Caffè e disturbi dell’umore: aggiornamenti dallo studio della Seguimiento Universidad de Navarra

Uno studio presentato sul sito dell’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC, www.coffeeandhealth.org)1 e condotto dai ricercatori della Seguimiento Universidad de Navarra, pubblicato sulla rivista Nutrients, ha analizzato l’associazione tra il consumo di caffè e i disturbi dell’umore. La ricerca ha evidenziato che coloro che consumano 4 tazzine di caffè al giorno presenterebbero una riduzione del rischio di insorgenza rispetto a chi consuma meno di un caffè al giorno.

Lo studio dei ricercatori spagnoli ha analizzato una popolazione di circa 15.000 laureati sani della coorte “Seguimiento Universidad de Navarra” (SUN), valutando il consumo abituale di caffè attraverso l’utilizzo di un questionario convalidato di frequenza alimentare (FFQ).

Al termine dello studio è emerso che i partecipanti che avevano bevuto almeno quattro tazze di caffè al giorno presentavano un rischio significativamente inferiore di incorrere in un episodio di disturbo dell’umore rispetto ai partecipanti che avevano bevuto meno di una tazza di caffè al giorno.

Il consumo quotidiano di caffè è parte integrante della storia e della cultura nel nostro Paese.

Una vasta letteratura scientifica riporta i numerosi benefici associati ad un moderato consumo di caffè su ulteriori importanti aspetti della fisiologia umana, dalla memoria alla concentrazione, dalla performance fisica al rallentamento del fisiologico declino cognitivo legato all’età, dalla riduzione del rischio di malattie neurodegenerative (come appunto il morbo di Alzheimer e la malattia di Parkinson) a una forte azione preventiva e protettiva nei confronti del diabete di tipo 2 e di alcune malattie del fegato tra cui cirrosi, steatosi ed epatite.

Note

  • In Italia il disturbo dell’umore più diffuso è rappresentato dalla depressione, con 2,8 milioni di italiani colpiti, secondo i dati, diffusi a luglio 2018, del Report Istat2. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, con una stima di incidenza pari a un individuo su sei.
  • Innanzitutto, ricordiamo che nel 2016 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso il caffè dalla lista dei possibili cancerogeni per gli esseri umani e un corpus significativo di studi scientifici suggerisce che il consumo moderato di caffè, 3-5 tazze al giorno, non è associato ad un aumentato rischio di cancro anzi è protettivo verso una serie di patologie come tumore al fegato e all’endometrio3.
  • Inoltre, due ricerche pubblicate nel 2017 su “Annals of Internal Medicine”4,5 hanno evidenziato un’associazione tra consumo di caffè, anche decaffeinato, e un minor rischio di morte per malattie cardiache, cancro, infarto, diabete, malattie respiratorie e renali.
  • Un ampio corpus scientifico evidenzia che il consumo moderato di caffè può ridurre fino al 27% il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer6.
  • Un consumo moderato di caffè, equivalente a circa 3-5 tazzine, è sicuro nella popolazione adulta, fa parte di una dieta sana ed equilibrata e di uno stile di vita attivo, come riconosciuto anche dal parere EFSA (European Food Safety Authority, l’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare) del 2015 relativo all’assunzione di caffeina7.

 Riferimenti bibliografici

  1. A M Navarro et al, 2018. Coffee Consumption and Risk of Depression in a Middle-Aged Cohort: The SUN Project, Nutrients, Volume 10 (9) – https://www.coffeeandhealth.org/2018/09/a-m-navarro-et-al-2018-coffee-consumption-and-risk-of-depression-in-a-middle-aged-cohort-the-sum-project-nutrients-volume-10-9/
  2. Report Istat 26 luglio 2018, “La salute mentale nelle varie fasi della vita” – disponibile online sul sito Istat: https://www.istat.it/it/files/2018/07/Report_Salute_mentale.pdf
  3. “IARC Monographs evaluate drinking coffee, maté, and very hot beverages”, 15 giugno 2016 – https://www.iarc.fr/en/media-centre/pr/2016/pdfs/pr244_E.pdf
  4. Marc J. Gunter, PhD (*); Neil Murphy, PhD (*) et al. Coffee Drinking and Mortality in 10 European Countries: A Multinational Cohort Ann Intern Med. 2017;167(4):236-247.
  5. Song-Yi Park, PhD; Neal D. Freedman, PhD; Christopher A. Haiman, ScD; Loïc Le Marchand, MD, PhD; Lynne R. Wilkens, DrPH; Veronica Wendy Setiawan, PhD. Association of Coffee Consumption With Total and Cause-Specific Mortality Among Nonwhite Populations. Ann Intern Med. 2017;167(4):228-235
  6. Liu Q.-P. et al. (2016) Habitual coffee consumption and risk of cognitive decline/dementia: A systematic review and meta-analysis of prospective cohort studies. Nutr, 32(6):628-36
  7. EFSA (2015) Scientific Opinion on the Safety of Caffeine. EFSA Journal, 13(5):4102